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Assosalute, farmaci senza ricetta da valorizzare con farmacisti e mmg

27 Gennaio 2023

I farmaci di automedicazione sono una risorsa fondamentale per la salute del cittadino ancora non sfruttata e valorizzata a sufficienza. Lo dice lo studio condotto dal Cergs Sda Bocconi per conto di Assosalute con l’obiettivo di indagare valore attuale e potenziale di questi farmaci per il Ssn. L’indagine si è basata su interviste a una selezione di rappresentanti delle figure principali del mondo sociosanitario e i risultati sono stati riassunti in tre “enunciati”, poi discussi in una tavola rotonda tra esperti del settore.

Lo studio, in particolare, ha misurato il valore del farmaco di automedicazione rispetto a tre ambiti: la coerenza con il percorso di cura del paziente, il ruolo del farmaco di automedicazione nella ridefinizione della governance del farmaco e del territorio e la digitalizzazione e tracciabilità̀ della cartella clinica. «La letteratura ha evidenziato il valore economico del ricorso ai farmaci di automedicazione, anche in termini di effetti complessivi sul Servizio sanitario nazionale» ha osservato Claudio Jommi, ricercatore del Cergas «ma questo è il primo studio ad avere inquadrato il tema nel contesto delle priorità del nostro sistema sanitario. In questa prospettiva, il corretto ricorso all’automedicazione e ai farmaci da banco è rilevante in quanto promuove una maggiore autogestione consapevole e informata dei disturbi minori e permette di liberare risorse e tempo dei professionisti sanitari».

Gli esperti coinvolti nella ricerca concordano sul fatto che il farmaco da banco possa rappresentare un’opportunità per una maggiore aderenza alla terapia, data la semplicità e rapidità nell’accesso al farmaco e, soprattutto, un ruolo attivo e per questo necessariamente più consapevole del cittadino. «La pandemia ha posto l’attenzione sull’importanza delle figure professionali e sanitarie e su quanto sia strategico che tali figure comunichino tra loro e in modo univoco verso il cittadino/paziente» ha osservato Carolina Carosio, presidente di Fenagifar «è prioritario e urgente è far tesoro di quanto appreso in questi ultimi anni mettendo a sistema conoscenze e necessità e sviluppando tutti gli opportuni strumenti affinché sul territorio la sinergia tra figure professionali sia realmente potenziata».

In questo senso, il vantaggio dei farmaci di automedicazione è proprio quello di alleggerire il carico assistenziale dei medici di famiglia e rafforzare il ruolo consulenziale del farmacista. «Anche con le patologie minori» conferma Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg «constato tutti i giorni quanto i cittadini siano in grado di curarsi da soli: in studio vengono sempre meno giovani ma, in compenso, la richiesta di informazioni passa attraverso strumenti dematerializzati, dalle telefonate alla messaggistica. Ciò evidenzia, ancora una volta, come l’approccio corretto a un uso appropriato dei farmaci da banco passi attraverso l’educazione e l’informazione da parte degli operatori sanitari».

Da qui l’invito a prestare attenzione all’informazione e formazione del cittadino, poiché «l’informazione» ha ricordato il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo «genera consapevolezza, e ne abbiamo bisogno a tutti i livelli per dare risposte concrete sul territorio. E questo vale non solo per la comunicazione col cittadino/paziente, ma anche tra professionisti sanitari. Ciò a partire dallo sviluppo di strumenti che pure a livello normativo sono previsti, come il dossier farmaceutico, ma anche dalla redazione di protocolli di comunicazione condivisi che generino sicurezza e non incertezza».

«Più che delle sole informazioni sul singolo farmaco» ha però avvertito la presidente della Sifap, Paola Minghetti «la società ha bisogno delle basi, di informazioni su patologie e piccoli disturbi, nonché di una maggiore chiarezza in termini di classificazione tra ciò che è farmaco e ciò che non lo è. Ed è, quindi, quanto mai importante che gli operatori sanitari diano una risposta corretta, univoca e coordinata».

«Anche se difficile» ha rimarcato dal canto suo Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano «è importante riconoscere nella digitalizzazione la leva alla conoscenza epidemiologica che permette di governare meglio la sostenibilità e gestire il tema della scarsità di risorse nel Ssn».

«La raccolta dei dati e l’aspetto educativo» ha aggiunto Maria Vitale, di Cittadinanzattiva «sono precondizioni necessarie per una presa in carico concreta del cittadino sul territorio, per una collaborazione tra tutti gli attori, e per un ricorso davvero maturo e responsabile all’automedicazione e un suo potenziale ampliamento se ciò si traduce in innovazione su altri fronti a beneficio dei cittadini».

«Lo studio ha reso evidente come il farmaco da banco possa rappresentare una migliore opportunità di allocazione delle risorse, economiche e soprattutto professionali della sanità pubblica, in un contesto in cui l’emergenza pandemica ha messo in luce gli effetti negativi delle azioni di contenimento della spesa sanitaria e ha evidenziato alcune lacune e debolezze nella gestione territoriale delle patologie» ha concluso Salvatore Butti, presidente di Assosalute «tutto ciò ha reso tuttavia ancora più necessario il rafforzamento della rete dei soggetti erogatori di prestazioni a livello territoriale. Mai come oggi, dunque, occorre ripensare alla gestione del percorso complessivo del paziente e supportare, ciascuno nel proprio specifico ruolo, farmacisti e medici di famiglia, i primi interlocutori delle persone per quanto concerne la salute, a partire proprio dai piccoli e più comuni disturbi».