Nel nuovo anno la disponibilità effettiva di cannabis terapeutica per i pazienti in trattamento dovrebbe superare i mille chili, una quota record visto che nel 2017 non si era andati oltre i 350 chili e l’anno scorso si era arrivati a 650. La stima arriva dal ministero della Salute, che in un comunicato riferisce del nulla osta concesso dalle autorità olandesi alla richiesta italiana di incrementare a 700 chili le importazioni di cannabis flos. L’ordine, spiega il Ministero, va ad aggiungersi ai 200 chili di materia prima che dovrebbero essere prodotti nel nuovo anno dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e dalla cannabis che il nostro Paese si prepara ad acquistare in Germania, per un quantitativo ancora in corso di definizione.
«Negli ultimi mesi» commenta il ministro, Giulia Grillo «le disponibilità di cannabis a uso medico sono cresciute, venendo dunque incontro alle richieste delle associazioni dei pazienti, anche se restano difficoltà nella distribuzione su cui vanno fatti ulteriori passi avanti. Mi sono impegnata fin dalle prime settimane del mio insediamento a trovare il modo per rispondere con atti concreti alle esigenze delle persone sofferenti, che dall’uso della cannabis terapeutica traggono effettivo sollievo al dolore cronico».
«Sarà importante vedere come verrà ripartito lo stock nelle diverse regioni» commenta Manuela Bandi, direttore della Fondazione Muralti (l’ente per la formazione di Federfarma Milano) e titolare di una farmacia specializzata nella preparazione di cannabis terapeutica «però i numeri che arrivano dal Ministero sono molto positivi. Se si tiene conto che, all’incirca, il fabbisogno complessivo di cannabis terapeutica da parte dei pazienti italiani si aggira sui 1.200 chili, è legittimo dire che per la prima volta le disponibilità corrispondono alle necessità». Peraltro, spiega Bandi, dalla primavera scorsa non si sono più registrate cospicue carenze di cannabis, almeno in Lombardia: «Il peggio l’abbiamo avuto tra il dicembre 2017 e il marzo successivo, poi la situazione è progressivamente rientrata. Certo, tra ordine e consegna passano ancora diversi giorni, in media un paio di settimane, male cose stanno migliorando. E tra i medici così come gli assistiti, si avverte una crescente familiarità con questo tipo di prodotti».