Ha finalmente ricevuto il via libera delle Regioni il decreto del ministero della Salute che rivede al ribasso le fasce di rimborso ai celiaci per l’acquisto di prodotti gluten free nelle farmacie e negli altri negozi del commercio. Il provvedimento era approdato al tavolo dei governatori il 21 marzo scorso ed era stato subito rinviato per le perplessità sollevate da alcuni presidenti regionali, perplessità che hanno lasciato tracce anche nel parere con cui giovedì scorso la Conferenza delle Regioni ha dato luce verde al testo.
Dettagli a parte, le farmacie non troveranno nel via libera motivi di cui rallegrarsi: il decreto, infatti, abbassa complessivamente i tetti di rimborso ai celiaci del 19%, per una differenza di oltre 30 milioni di euro rispetto ai precedenti. I tagli però non interessano tutti: le fasce di età fino a 17 anni beneficiano in realtà di un aumento del rimborso (6 mesi-5 anni 56 euro, 6-9 anni 70 euro, 10-13 anni 100 euro per i maschi e 90 euro per le femmine, 14-17 anni 124 euro per i maschi e 99 euro per le femmine); dai diciott’anni, invece, i tetti di spesa calano: 18-59 anni 110 euro per gli uomini e 90 per le donne, over 60 89 euro per i primi e 75 euro per le seconde.
Nessuna protesta però dall’Aic, l’Associazione italiana celiaci, che anzi sposa il decreto: rispetto al 2006, anno di pubblicazione del precedente decreto sui rimborsi, i prezzi medi di pane, pasta e farina sono calati del 7% in farmacia e anche del 33% nella grande distribuzione; ne consegue che nonostante i tagli, i rimborsi continueranno ad assicurare ai celiaci lo stesso fabbisogno di prima. Semmai, ma questo l’Aic non lo dice, i malati riceveranno ulteriore spinta ad andare dove i prezzi sono solitamente più bassi, cioè nella gdo. Non a caso, da quest’autunno è al lavoro un tavolo tra Aic, ministero della Salute e ministero della Funzione pubblica per la digitalizzazione dei buoni spesa: i possessori, così, potranno spenderli su tutto il territorio nazionale e in tutti i canali di vendita.