Grazie all’Aifa per «aver sollevato – per la prima volta – il tema dei mancati risparmi derivanti dalle storture del nostro ordinamento e dall’assenza di una politica di governance capace di premiare la concorrenza e agevolare l’accesso ai farmaci meno costosi». Lo scrive Egualia, l’associazione dei produttori di generici, nella nota diffusa ieri per commentare i dati dell’Agenzia del farmaco sulla negoziazione dei prezzi tramite procedura semplificata per i principi attivi con scadenza brevettuale 2022-2024.
Nella sua comunicazione, spiega Egualia, l’Aifa sottolinea «il potenziale risparmio» che non è stato conseguito a causa della mancata immissione sul mercato di molecole a brevetto scaduto per le quali l’Agenzia aveva individuato scaglioni di prezzo negoziali automatici. «Si tratta in particolare» prosegue la nota di Egualia «di quattro principi attivi per i quali – ai sensi del decreto Salute per la negoziazione automatica dei farmaci generici e biosimilari del 21 luglio 2022 – è stata sancita una riduzione di prezzo che va dal 30% al 70%, con risparmi attesi pari a 198 milioni di euro».
Per uno di questi principi attivi, il ritardo è legato alla necessità di documentare il rispetto dei limiti per le impurezze nitrosamminiche, un’incombenza di cui Aifa ha dato notizia alle aziende a metà luglio. Per gli altri, «sussistono problemi di natura diversa di cui Aifa è ben consapevole», anche se non ne fa cenno nella sua nota. Due, in particolare, i freni segnalati da Egualia: problemi di sostenibilità dei costi di produzione che le aziende segnalano da tempo e che da un lato, per i farmaci già in commercio, contribuiscono all’aggravarsi delle carenze; contese brevettuali irrisolte (a livello italiano ed europeo) che rendono solo “teorica” la scadenza brevettuale riportata nella tabella Aifa.
Resta il dato, riferito anche dall’Aifa, che grazie alle molecole off patent entrate negli ultimi due anni sul mercato i risparmi attesi e conseguibili dal Ssn ammontano a quasi 400 milioni di euro.