Qualche giorno per leggere il testo ed eccole le prime (prevedibili) bordate dei medici di famiglia contro la determina dell’Aifa che la settimana scorsa ha ripristinato l’equivalenza terapeutica sulle gare regionali al massimo ribasso. Il più veloce a scendere in campo è lo Snami, per rappresentanza il secondo sindacato della mg, che ieri ha diffuso un comunicato particolarmente duro nei confronti della delibera. «Come già espresso a suo tempo» scrive il presidente, Angelo Testa «ribadiamo un no convinto a questo genere di percorsi, perché non esiste equivalenza terapeutica certa per medicinali contenenti principi attivi diversi». Per lo Snami, l’intervento obbedisce a «logiche meramente economiche», perché autorizzerà le Regioni a selezionare e imporre «farmaci che non saranno necessariamente i migliori perché verranno scelti secondo logiche di “somiglianza”. Il concetto di equivalenza terapeutica non trova alcun riscontro nella letteratura scientifica internazionale, a meno che qualcuno pensi che in nome del risparmio tutto sia consentito».
Ancora intenta a riflettere invece la Fimmg, il sindacato più rappresentativo della medicina di famiglia. «Devo ancora leggere la determina» dice a FPress il segretario nazionale, Silvestro Scotti «di certo analizzeremo il provvedimento per capire quanto si crede nella libertà prescrittiva del medico e quanto dev’essere ambia la sua possibilità di scelta».