Nonostante un tetto ridotto quest’anno di quasi un punto percentuale (dal 7,96 al 7%), la spesa farmaceutica convenzionata dovrebbe chiudere il 2021 con un avanzo di circa 500 milioni di euro, che potranno essere utilizzati per «interventi» sui farmaci dispensati dal canale delle farmacie. E’ quanto scrive l’Aifa nel report (pubblicato ieri sul proprio sito) con cui analizza l’evoluzione della spesa farmaceutica nel periodo 2018-2020 e valuta l’andamento dell’anno in corso.
Nessuna sorpresa dal passato più recente: negli ultimi tre anni la spesa per farmaci sostenuta dal Ssn è rimasta stabile sopra i 19 miliardi di euro, grazie a una convenzionata il cui costante calo – dagli 8,1 miliardi del 2018 ai 7,9 del 2020 – ha coperto in parte gli eccessi della spesa per acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc, vedi sotto).
Il report dell’Aifa, in particolare, dà una misura eloquente del progressivo “arretramento” della convenzionata: nel dicembre 2017 la spesa ammontava al 7,54% del Fondo sanitario nazionale, tre anni dopo si è fermata al 6,64%, ossia più di un punto percentuale sotto al tetto (7,96%). Detta in altri termini, nel 2020 il Ssn ha lasciato nel cassetto – cioè non ha speso – l’1,3% del budget assegnato ai farmaci della convenzionata. C’è un grafico, nel report, che fotografa in dettaglio questa mancata spesa (vedi sotto: nel dicembre 2017 ammonta a meno di 50 milioni di euro mensili, nel dicembre 2020 si avvicina ai 150 milioni, sempre al mese). Non si tratta di soldi che mancano, ma che ci sono ma non vengono spesi nel canale per cui sono stati stanziati, quello delle farmacie del territorio.
Attenzione però: non tutte le Regioni tralasciano di spendere ciò che ricevono. O almeno, una di certo non lo fa: è la Lombardia, la sola – certifica sempre l’Aifa – che nel triennio considerato registra una variazione positiva (cioè una crescita, +2,4%) della spesa per i farmaci convenzionati, quando tutte le altre Regioni mostrano un andamento negativo.
Se la Lombardia è l’unica dove la spesa convenzionata cresce, dice il report, è anche perché la Regione riesce sempre a spendere l’intero budget della convenzionata. Lo spiega con estrema chiarezza il grafico sopra: la spesa effettiva (linea azzurra) rimane sempre per tutto il triennio poco sopra o poco sotto il tetto assegnato (linea blu), dunque con minimi sfondamenti o avanzi (cioè risorse non spese). Tutt’altro discorso in Regioni come Piemonte o Emilia Romagna, dove il tetto resta sempre ben al di sopra della spesa effettiva rivelando quindi ingenti quote di budget non spese.
Il report, infine, propone una stima dei valori sui quali la spesa farmaceutica chiuderà a fine anno (vedi sopra). In sintesi, nonostante il taglio impartito dalla Manovra 2021 al suo tetto (dal 7,96 al 7%), la convenzionata non dovrebbe generare sfondamenti nemmeno quest’anno. Anzi, dice l’Aifa, a dicembre dovrebbe risultare un ulteriore avanzo (cioè risorse non spese) di circa 500 milioni di euro. Soldi, recita il report, «che potranno essere utilizzati per interventi su farmaci dispensati tramite il canale della convenzionata». Detto così sembra un regalo alle farmacie, in realtà si tratta di soldi che già sono nel budget della convenzionata e che l’Agenzia promette di spendere da qui a fine anno. Quello che finora non è stato fatto.