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Fascia C, rincari da anno dispari per 950 referenze. In media aumenti del 9%

14 Gennaio 2025

Soltanto due variazioni al ribasso e più di 950 rincari, che però nella media non superano complessivamente il 10%. È il bilancio delle modifiche ai listini dei farmaci di fascia C – con obbligo di ricetta e a carico degli assistiti – che le aziende farmaceutiche hanno annunciato per questo gennaio in ottemperanza alle disposizioni del cosiddetto decreto Storace. Come noto, il dl 87/2005 consente ai produttori di aumentare i prezzi dei medicinali di fascia C solo nel primo mese di ogni anno dispari, mentre i ribassi sono possibili in qualsiasi momento (articolo 1, comma 3).

Ieri Federfarma ha diffuso l’elenco delle variazioni trasmesse dalle aziende alla banca dati del sindacato sino al 9 gennaio. In totale, le referenze che subiscono una modifica al prezzo sono poco più di 990, due a scendere (ivermectina in entrambi i casi) e i restanti a salire.

Nel complesso, come già detto, gli incrementi di prezzo ammontano al 9%, ma il ventaglio dei valori è ampio: le specialità che subiscono aumenti di prezzo fino al 5% sono poco più di 390, quasi 400 quelle che invece mostrano incrementi tra il 5 e il 10%, 140 circa le referenze che rincarano tra l’11 e il 20%. A seguire, una cinquantina gli aumenti compresi tra il 21 e il 50% e sette quelli che si piazzano tale soglia. Ai primi tre posti, in particolare, l’acido acetilsalicilico di Panmedica (+967%, ma si tratta di un prodotto di cui risulta sprovvista gran parte dei distributori), l’etambutolo di Piam Farmaceutici (+93%) e l’arnica di Weleda (83%).