Anche nel 2018 resta stabilmente negativo il mercato dei farmaci con obbligo di ricetta. E’ la principale evidenza che emerge dai dati con cui Iqvia ha fotografato nei giorni scorsi i fatturati delle farmacie italiane al giro di boa di metà anno: i consumi di etico, dicono le rilevazioni, generano nei primi sei mesi dell’anno un giro d’affari di 7,3 miliardi di euro, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2017. Salva i bilanci delle farmacie il mercato di libera vendita: farmaci otc ed extrafarmaco, infatti, chiudono a fine giugno con una crescita del 2,4% a valori, che porta il fatturato complessivo del “senza ricetta” a 5,1 miliardi.
La somma algebrica dei valori di etico e libera vendita consente alla farmacia di ridurre al minimo le perdite: tra gennaio e giugno, il fatturato complessivo del canale raggiunge infatti i 12,4 miliardi, per una perdita rispetto al 2017 di poco meno dell’1%.
Non in tutto lo Stivale, però, le farmacie possono dire di riconoscersi in queste cifre. Il mercato, infatti, mostra un netto segno più in tre regioni: in Trentino-Alto Adige, il giro d’affari degli esercizi dalla croce verde cresce del 3,7% e chiude il semestre a 200 milioni di euro circa; in Lombardia l’incremento è dell’1,8%, per un fatturato che supera i 2,2 miliardi, mentre in Abruzzo le farmacie si fermano a un risicato +0,6%.
Trentino e Lombardia ritornano sul podio anche nei numeri relativi al mercato del solo farmaco con obbligo di ricetta: se a livello nazionale il canale perde il 3%, nelle due regioni le farmacie mettono a segno crescite dell’1,3 e dello 0,4% rispettivamente: non sono valori stratosferici, ma si tratta degli univi valori positivi che fa registrare l’etico a livello regionale.
Bilancio decisamente positivo, invece, nel “senza ricetta” (farmaci otc ed extrafarmaco), dove i valori regionali tendono quasi tutti al positivo. A fronte di un incremento che a livello nazionale si assesta al 2,4%, in Trentino le farmacie fanno il +6,3% e in Abruzzo +5,1%. La Lombardia perde il podio ma chiude il semestre con una crescita comunque superiore alla media nazionale (+3,8%), per un giro d’affari che in valori assoluti si avvicina al miliardo di euro.