Il panico da coronavirus fa esplodere le vendite in farmacia di mascherine e igienizzanti per mani, che nei 15 giorni compresi tra il 13 e il 27 gennaio crescono del 474% rispetto alle settimane precedenti. Il dato arriva da Iqvia e misura le due categorie per il fatturato prodotto; ma è una progressione che poggia quasi esclusivamente sui pezzi venduti perché i prezzi – dice ancora Iqvia – sono rimasti pressoché stabili per tutto il periodo. In altri termini, la filiera sembra essersi guardata dallo speculare sul vertiginoso incremento della domanda, anche se per una valutazione complessiva occorrerà attendere i dati di febbraio.
Intanto bastano a stupire le rilevazioni di gennaio: nella terza settimana del mese, il giro d’affari generato dalle vendite di mascherine è cresciuto da 42mila a 180mila euro, in quella successiva è balzato a 385mila euro (prima della metà di gennaio, le vendite di questo segmento di prodotto non superavano a valori i 30mila euro).
Trend analogo per gli igienizzanti mani: nella settimana del 27 gennaio sono cresciuti del 328% rispetto alla settimana precedente, arrivando a toccare un giro di affari di 561 mila euro. Nel periodo da novembre a metà gennaio, il fatturato medio settimanale di questi prodotti non superava i 68 mila euro.
Gli incrementi accomunano tutte le regioni dello Stivale ma al Sud e nelle Isole il boom delle vendite di mascherine è esploso con una settimana di ritardo rispetto alle altre aree: dai 35 mila euro della settimana del 20 gennaio ai 122mila della successiva, per un aumento del 250%. Nel resto del Paese invece gli incrementi maggiori si sono registrati nella settimana del 20: Nord ovest +377%, Nord est +313%, Centro +427%. Stabili invece i prezzi, almeno nel periodo preso in considerazione da Iqvia, al contrario dell’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Oms, in cui si parlava di prezzi delle mascherine cresciuti anche di 20 volte.