È decisamente anomalo questo primo scorcio di 2023 per il mercato della farmacia, che dopo una partenza incerta viaggia ora in territorio decisamente positivo per quanto riguarda i fatturati: solo che a trainare, al momento, non è il comparto commerciale come accade da almeno un decennio a questa parte, ma il farmaco con ricetta. Lo dicono i dati che Iqvia ha presentato martedì (4 aprile) alla presentazione di Cosmofarma 2023, in programma a Bolognafiere dal 5 al 7 maggio: dopo 10 settimane dall’inizio dell’anno, la farmacia totalizza vendite per 5,2 miliardi di euro, +2% sullo stesso periodo del 2022. Ma l’incremento è merito soltanto dell’etico (fascia A e C), che nel periodo mette a segno una progressione a valori del 3,5%, perché il commerciale (sop-otc ed extrafarmaco) si ferma a un risicato +0,8%.
Un raffronto con il consuntivo 2022 evidenzia l’anomalia: la farmacia ha chiuso l’ultimo anno con una crescita del 4,5% (in cifre 25,8 miliardi), che discende dal +2% del farmaco con ricetta e dal +8% della libera vendita. Se poi il raffronto è con il 2019, la differenza di velocità tra le due “gambe” (etico e commerciale) si fa ancora più evidente: +2% per il farmaco con ricetta, +15% per la libera vendita.
Le ragioni del cambio di passo che sta caratterizzando questo avvio d’anno? Occorre attendere dati più solidi, ma al momento sul banco degli imputati siedono due fenomeni: primo, la drastica contrazione della spesa per prodotti covid non rimborsati (test, dispositivi e via a seguire) che un anno fa in questa stagione generavano consumi consistenti: secondo, l’attuale livello dell’inflazione che probabilmente scoraggia alcuni acquisti privati in farmacia.