Anno da dimenticare, il 2018, per la maggior parte delle farmacie del territorio. Lo dice il consuntivo diffuso ieri da Iqvia, provider globale di informazioni in ambito sanitario: il canale registra a fine dicembre un fatturato complessivo di 24,4 miliardi di euro, per una perdita rispetto al 2017 dell’1,3%. A trascinare verso il basso è ancora una volta il farmaco etico (classe A e C), che termina il 2018 con una perdita del 3,4% (14,4 miliardi il giro d’affari finale; a differenza di altri anni, però, l’area commerciale riesce a recuperare il negativo soltanto in parte (+2,1%, per un fatturato che raggiunge i 10 miliardi di euro). «La flessione dei ricavi dell’etico di fascia A e C» commenta Iqvia «è dovuto alla distribuzione diretta e al crescente peso dei prodotti equivalenti, che costano meno dell’originale».
Come detto, non tutti i farmacisti titolari hanno motivo di lamentarsi. Un’analisi su scala regionale, infatti, rivela che in Lombardia il mercato della farmacia chiude il 2018 in leggera crescita (+0,5%, per un giro d’affari finale di 4,2 miliardi), come la Val d’Aosta (+0,2%); segue il Trentino Alto Adige che termina l’anno in perfetta invarianza (0%) e poi soltanto segni meno.
L’area commerciale, s’è detto, è quella che a livello nazionale consente al canale farmacie di limitare le perdite. In particolare, trainano il comparto gli integratori (+4,5%, giro d’affari 3,7 miliardi di euro) e i farmaci di automedicazione (+2,6%, 2,3 miliardi di euro), più limitato invece il contributo del segmento personal care/igiene e cosmesi (+0,7%). In netto calo, sull’altro piatto della bilancia, i nutrizionali (-0,9%) a causa della forte concorrenza da parte di canali come l’e-commerce e la grande distribuzione organizzata.
«L’anno scorso sono state aperte circa 400 nuove farmacie» commenta l’amministratore delegato di Iqvia, Sergio Liberatore, si stanno affacciando sul mercato le grandi catene e pensiamo che l’e-commerce avrà un ruolo sempre più importante in questo segmento. Il mercato della farmacia, come tutti i retail, sta vivendo profonde trasformazioni ma se vuole mantenere il suo ruolo centrale come “dispensatore di salute” deve stare al passo con i tempi. Il dilemma, per i farmacisti, è tra rinnovarsi o essere superati».