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Rapporto Osmed, è ancora allarme sul consumo di antibiotici: +6,4% nel 2023

13 Novembre 2024

Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione lanciate nel nostro Paese, sono cresciuti anche nel 2023 i consumi di antibiotici, +6,4% rispetto all’anno precedente. È uno degli allarmi che arrivano dal Rapporto OsMed 2023 sull’uso dei farmaci in Italia, presentato ieri dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Per un Paese già segnato da una tra le più elevate incidenze di resistenza antimicrobica in Europa, la notizia è tutt’altro che rasserenante, considerati gli oltre 11mila decessi annuali correlati e un’alta incidenza di infezioni da batteri resistenti, specialmente al Sud, dove il consumo di antibiotici è significativamente superiore alla media nazionale.

Durante la conferenza stampa di presentazione, sono stati illustrati i dettagli del rapporto OsMed, che evidenzia una spesa farmaceutica totale nel 2023 pari a 36,2 miliardi di euro, di cui il 68,7% a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). Nel settore dell’assistenza territoriale, la spesa pubblica ha registrato un incremento del 3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 12 miliardi e 998 milioni di euro. La spesa per i farmaci acquistati direttamente dai cittadini ammonta invece a oltre 7 miliardi di euro, in aumento quasi del 10%, e comprende principalmente i farmaci di fascia C, ossia quelli a carico del cittadino.

Il rapporto evidenzia inoltre forti differenze regionali nell’uso dei farmaci. L’assistenza territoriale continua a mostrare una variabilità non giustificata da fattori epidemiologici: il consumo di antibiotici, ad esempio, è significativamente più elevato al Sud (20,3 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti) rispetto al Nord (14,5 dosi) e al Centro (18,2 dosi). Una variabilità analoga si osserva anche per i farmaci per il sistema cardiovascolare, che rappresentano la categoria con il maggiore consumo e spesa, con una media di 513,9 dosi giornaliere per 1.000 abitanti e una spesa pubblica di oltre 3,5 miliardi di euro.

Altri dati rilevanti riguardano il consumo di farmaci generici, che in Italia rimane basso rispetto alla media europea, nonostante una lieve crescita rispetto al 2022. I generici rappresentano solo il 22,8% della spesa e il 31,2% del consumo totale, collocando l’Italia al terzultimo posto in Europa per il loro utilizzo. È particolarmente significativo il divario tra le regioni: mentre in alcune zone come Trentino e Lombardia l’uso dei generici supera il 40%, in Calabria, Campania e Sicilia si attesta appena sopra il 20%.

Un aspetto su cui il Rapporto OsMed richiama l’attenzione è l’aderenza alle terapie, soprattutto tra la popolazione anziana. Circa il 28,5% degli over 65 assume 10 o più farmaci diversi durante l’anno, mentre il 68% riceve prescrizioni per almeno 5 medicinali differenti. Tale condizione di politerapia, che interessa principalmente gli anziani con patologie croniche, rende spesso difficoltoso mantenere un’aderenza ottimale ai trattamenti, con implicazioni negative sia per la salute del paziente sia per la sostenibilità del SSN.

Le parole del presidente di Aifa, Robert Nisticò, evidenziano l’importanza di migliorare tre aspetti chiave dell’assistenza farmaceutica: «I dati del Rapporto OsMed mostrano che stiamo migliorando in termini di appropriatezza prescrittiva e aderenza alle terapie mentre resta più o meno stabile l’uso dei generici, tre pilastri del sistema di assistenza farmaceutica che fanno bene alla salute dei cittadini e alla tenuta dei conti pubblici. Su questi aspetti c’è tuttavia ancora molto da lavorare per garantire da un lato la migliore efficacia dei farmaci, dall’altro la loro sostenibilità economica». In particolare, Nisticò sottolinea la necessità di sensibilizzare sia i medici sia i cittadini sui benefici dei farmaci generici, «che a parità di efficacia e sicurezza aiutano a tenere in ordine i conti dello Stato e quelli delle famiglie italiane».

L’aumento del consumo di farmaci per il sistema cardiovascolare, gli antidiabetici e gli antibiotici sottolinea l’urgenza di affrontare il tema dell’appropriatezza prescrittiva e dell’aderenza alle terapie, specialmente nel caso di terapie croniche. Nisticò ha annunciato che Aifa, in collaborazione con le società scientifiche, sta portando avanti progetti di ricerca avanzata sulla “prescrittomica”, un campo che studia l’interazione tra fattori genetici e ambientali per ottimizzare le terapie farmacologiche e ridurre le prescrizioni inappropriate.