La spesa farmaceutica mondiale ha raggiunto nel 2018 i 1.200 miliardi di dollari e arriverà a 1.500 miliardi entro il 2023, con un tasso annuo composto di crescita compreso tra il 3% e il 6%. Sono alcuni dei dati contenuti nel report pubblicato nei giorni scorsi da Iqvia e intitolato “The Global Use of Medicine in 2019 and Outlook to 2023”. Il mercato più importante, dice la pubblicazione, resta di gran lunga quello statunitense, dove la spesa farmaceutica ha raggiunto nel 2018 i 485 miliardi di dollari (+5,2% rispetto all’anno precedente) e promette di crescere tra il 4% e il 7% da qui al 2023.
Stime più caute per quanto concerne i cinque principali paesi europei, cioè Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna: nel 2018 la spesa totale ha raggiunto i 178 miliardi di dollari (+3,9%) e Iqvia prevede che nel 2019 arriverà a 182 miliardi di dollari (+2,8%). L’Italia, in particolare, ha speso l’anno scorso per farmaci 34,4 miliardi di dollari, una cifra che colloca il Paese al sesto posto nella classifica mondiale, preceduta da Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania e Francia. In forte crescita anche i paesi emergenti, dove la spesa farmaceutica ha raggiunto nel 2018 un totale di 286 miliardi di dollari (+5,2%) e nel 2019 dovrebbe arrivare a 293 miliardi (+4,6%). L’aumento della spesa prevista in quest’area nel periodo 2019-2023 è del 5-8% e a trainare lo sviluppo sarà la Cina.
Nel quinquennio, inoltre, spingerà sulla crescita il lancio di numerosi farmaci innovativi, destinati soprattutto ai trattamenti oncologici alle malattie croniche e autoimmuni e alle patologie rare. Il report, in particolare, prevede nei cinque anni l’arrivo di 54 nuove molecole, delle quali circa due terzi saranno specialità innovative. Avranno invece effetti contrari le scadenze brevettuali, che nel periodo 2019-2023 determinerà cali di fatturato tra i prodotti “branded” per la forte crescita dei prodotti equivalenti e dei biosimilari. Il fenomeno si sentirà soprattutto negli Stati Uniti, dove i biosimilari avevano avuto in prima battuta un’accoglienza cauta. Come ricorda il report, entro il 2023 diciotto dei venti più importanti farmaci coperti da brevetto dovrà affrontare la concorrenza di un farmaco equivalente o biosimilare. Iqvia stima che la genericazione porterà negli Usa a risparmi per circa 160 miliardi di dollari.