La quantificazione dei risparmi generati dalla riclassificazione da diretta a convenzionata di alcune categorie di farmaci discendono da elaborazioni dell’Aifa, ossia «l’Autorità competente in materia di classificazione e valutazione in termini di salute della popolazione e di costi a carico del Ssn». È la risposta di Federfarma ai rilievi mossi dalle Regioni nei giorni scorsi sugli effetti della “lenzuolata” che un anno fa aveva spostato in classe A le gliptine, in ottemperanza alla disposizione contenuta nella Legge di bilancio per il 2024.
La settimana scorsa, in una conferenza stampa, ministero della Salute e Aifa avevano parlato di risparmi di spesa per quasi dieci milioni di euro, che giustificavano una nuova “lenzuolata” per fine mese mirata probabilmente sulle glifozine. Di avviso opposto le Regioni, che in una lettera al dicastero avevano contestato le stime dell’Aifa e parlato di “perdite” per circa 30 milioni di euro.
L’Aifa, ricorda Federfarma, «non è un organismo di parte» e il trasferimento delle gliptine dal contenitore della diretta a quello della convenzionata «riduce il peso del payback farmaceutico al cui ripiano, per legge, devono contribuire aziende farmaceutiche e regioni». Inoltre, «riduce sensibilmente il fenomeno delle indisponibilità dei farmaci grazie a un più accurato approvvigionamento per mezzo degli acquisti operati dalle farmacie e non dalle centrali di acquisto delle Asl. E favorisce una maggiore appropriatezza nella prescrizione e nell’utilizzo, come risulta dai dati sull’andamento dei consumi».
«Pur comprendendo le preoccupazioni delle amministrazioni regionali circa la necessità di contenere adeguatamente i profili di spesa» prosegue il sindacato, occorre ricordare che la misura «non ha determinato solo un minor esborso per il bilancio pubblico, ma ha anche semplificato e sburocratizzato le procedure per l’accesso ai farmaci da parte dei pazienti cronici, consentendo loro di ritirare i medicinali senza doversi recare più volte in farmacia».