La convenzionata netta chiude il 2019 poco sotto i 7,8 miliardi di euro, in sostanziale parità rispetto all’anno prima (-0,2%) ma con un avanzo di oltre 900 milioni di euro sul proprio tetto di spesa. E’ il consuntivo proveniente dall’ultimo report dell’Aifa sulla spesa farmaceutica Ssn, che aggiorna e consolida i conti relative al 2019. Il quadro proveniente da cifre e tabelle riconferma la piena governabilità della spesa che passa dalle farmacie del territorio: il tetto del 7,96% viene rispettato non solo a livello nazionale ma anche in 19 regioni su 21, e nelle due in cui sfonda (Abruzzo e Campania) il disavanzo non supera i due decimi di punto percentuale, meno di 500mila euro.
Questo però non significa che la convenzionata sia in contrazione dappertutto: Lombardia ed Emilia Romagna, per esempio, chiudono il 2019 con un incremento del 2,4%, la Sicilia cresce dell’1%; sull’altro piatto della bilancia, invece, troviamo Abruzzo e Sardegna, dove si registrano i cali più importanti (-6,5 e -2,6% rispettivamente).
Tutt’altro consuntivo dalla spesa farmaceutica per acquisti diretti, che rimane un cavallo imbizzarito: il 2019 si chiude con uscite per 10,3 miliardi di euro e uno sfondamento sul tetto di oltre 2,7 miliardi: il budget ammontava al 6,69% del fondo sanitario, i costi effettivi hanno raggiunto il 9,07%. Diametralmente opposti anche i consuntivi delle singole Regioni: sfondano tutte, nessuna esclusa, con Lombardia e Val d’Aosta a evidenziare gli scostamenti più contenuti (7,57%, meno di un punto sopra il tetto).
Rimette il segno meno la spesa per la distribuzione diretta-dpc: il calo rispetto al 2018 è del 3,1% ma ancora una volta le distanze tra media nazionale e medie regionali sono cospicue. In Abruzzo, per esempio, la dd-dpc cresce del 4,8%, in Sardegna cala del 24%.