Si allarga lo sfondamento della spesa farmaceutica di Asl e ospedali, che in dieci mesi raggiunge l’8,4% del Fondo sanitario a fronte di un tetto del 6,89%. Continua invece a rispettare il budget la spesa convenzionata, quella riguardante le farmacie del territorio, che nello stesso periodo si ferma al 7,57% a fronte di un tetto del 7,96%. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’ultimo report dell’Aifa sull’andamento della spesa farmaceutica 2017, relativo al periodo gennaio-ottobre. Un quadro nettamente “bipolare”, in cui la spesa per acquisti diretti (ossia l’aggregato di ospedaliera e canale Asl) raggiunge i 7,8 miliardi di euro e sfonda il proprio tetto di 1,4 miliardi (nel report di giugno si fermava a un miliardo), mentre la convenzionata si assesta poco sopra i sette miliardi per un avanzo di circa 360 milioni.
Un’analisi su scala più dettagliata, peraltro, rivela che la convenzionata non è così “governabile” dappertutto: nel periodo gennaio-ottobre mostrano sfondamenti in questa voce di spesa Abruzzo, Puglia, Calabria, Sardegna, Campania, Lazio e Marche, con disavanzi che oscillano a seconda dei casi da 23,7 a 3,6 milioni di euro. Alcune stanno comunque lavorando intensamente per ridurre il “rosso”: Puglia, Sicilia e Sardegna mostrano una spesa convenzionata in calo rispetto al 2016 di oltre il 3%, la Campania del due; spesa invariata, invece, per Lazio e Abruzzo, mentre nelle Marche è addirittura in crescita dell’1,8%.
In tema di acquisti diretti, invece, il dato di maggiore interesse per le farmacie arriva dalla spesa per la distribuzione diretta-dpc, che nei primi dieci mesi del 2017 si ferma poco sotto i 4 miliardi di euro. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ne emerge un decremento di circa 700 milioni, ossia -16,4%. La contrazione è comune a quasi tutte le Regioni, con i picchi più elevati in Val d’Aosta (-43,5%), Molise (-43%), Piemonte (-27,7%), Campania (-26,6%). Escluso che all’origine ci possano essere spostamenti dalla diretta alla distribuzione convenzionata, più probabile invece che si tratti di risparmi derivanti da genericazioni e gare regionali più performanti.