Facebook e Instagram stanno rimuovendo dai loro social tutti i post che spiegano alle donne americane dove procurarsi il mifepristone o addirittura si offrono di spedirlo per posta. Lo scrive la Cnbc in un articolo che dà conto delle prime conseguenze della recente sentenza della Corte suprema sul diritto all’aborto. Dall’indomani, spiega il giornale, sui social hanno cominciato a fioccare post e meme che ricordano alle donne (in particolare quelle degli Stati dove l’interruzione di gravidanza è vietata o lo sarà presto) come ottenere la pillola abortiva per posta.
Di qui la decisione di Facebook e Instagram di rimuovere i post con tali contenuti (anche pochi minuti dopo la pubblicazione). Dal canto suo, la società di media intelligence Zignal Labs ha rivelato che da venerdì scorso (24 giugno) i post contenenti parole chiave come mifepristone e misoprostolo hanno avuto un’impennata significativa sulle principali piattaforme social, come Twitter, Facebook e Reddit. L’Associated Press ha pubblicato lo “screenshot” del post Instagram di una donna che si offriva di acquistare e spedire pillole abortive a chi ne avrebbe fatto richiesta.
La legge americana consente di ricevere tali farmaci per posta, previa ricetta medica preceduta da un consulto online da parte di un medico autorizzato. Facebook, in una nota, ha ricordato che le politiche aziendali vietano la vendita o la cessione di farmaci attraverso la piattaforma, mentre è consentita la diffusione di informazioni che riguardano accesso e impiego.
Sempre in tema di farmaci, la sentenza della Corte suprema ha anche determinato un forte aumento della domanda di farmaci contraccettivi d’emergenza (soprattutto levonorgestrel). Al punto da convincere le grandi catene di farmacia a contingentarne la vendita per evitare possibili carenze. Secondo quanto riferisce la Cnn, Cvs Pharmacy e RiteAid avrebbero deciso di fornire soltanto tre “pillole” per ogni singola dispensazione; il Wall Street Journal, invece, parla di provvedimento dello stesso tenore da parte delle farmacie della catena Walmart. Un portavoce di Cvs, secondo la rivista Apotheke Adhoc, avrebbe affermato che l’obiettivo di tali misure è quello di assicurare «un accesso equo e un’assistenza coerente».
Anche Amazon, riporta un servizio della Cnbc, ha imposto ieri un tetto di tre pillole alla settimana per chi acquista online, anche se la misura riguarda soltanto il farmaco branded (Plan B). Non risulta siano ancora state adottati contingentamenti, invece, nelle farmacie Walgreens: secondo un portavoce del gruppo, al momento le disponibilità di levonorgestrel rimangono sufficienti a soddisfare la crescente domanda, tant’è vero che a breve la pillola verrà messa a disposizione anche sul sito online della catena.
Walgreens, d’altra parte, non sta attualmente pianificando alcuna restrizione alle vendite. Secondo una portavoce, si riesce ancora a soddisfare la domanda, almeno nelle filiali. Entrambi i preparativi dovrebbero presto essere nuovamente disponibili nel negozio online.
Nei giorni scorsi il presidente degli Usa, Joe Biden, aveva incaricato il Dipartimento della salute di garantire piena accessibilità a tutti i farmaci abortivi approvati sul mercato americano, anche attraverso servizi di telemedicina e di fornitura per posta.