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Idrossiclorochina, Ema raccomanda vigilanza ai sanitari

3 Giugno 2020

Gli operatori sanitari prestino la dovuta attenzione ai pazienti affetti da covid che vengono trattati con clorochina o idrossiclorochina, a causa dei «gravi effetti collaterali» che possono derivare dall’uso dei due farmaci. E’ quanto ricorda l’Ema in una nota diffusa nei giorni scorsi dopo le evidenze emerse da alcuni studi pubblicati dalla letteratura scientifica internazionale. «Clorochina e idrossiclorochina» ricorda l’Agenzia europea dei medicinali «sono autorizzate per la malaria e alcune malattie autoimmuni e sono state utilizzate di recente per trattare pazienti con coronavirus, ma i loro effetti benefici in questa popolazione di pazienti non sono stati ancora confermati. Diversi studi osservazionali, in particolare, «hanno riportato che la clorochina e l’idrossiclorochina sono associate ad un aumentato rischio di problemi cardiaci, un noto effetto collaterale di tali trattamenti, tra cui aritmie cardiache e arresto cardiaco».

Quando prescrivono questi medicinali, dunque, «gli operatori sanitari devono tenere conto delle preesistenti patologie cardiache, degli squilibri di potassio o magnesio non corretti e dell’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QT, poiché questi fattori possono rendere i pazienti più inclini a disturbi del ritmo cardiaco». I disturbi del ritmo cardiaco, in particolare, possono essere più probabili o più gravi se la clorochina o l’idrossiclorochina vengono utilizzate in dosi maggiori di quelle raccomandate per le indicazioni autorizzate, oppure se sono combinate con alcuni antibiotici come l’azitromicina. «Oltre ai loro effetti sul cuore» prosegue la nota «questi medicinali possono causare disturbi neuropsichiatrici tra i quali agitazione, insonnia, confusione, psicosi e tendenze suicide. È noto che questi medicinali influenzano il fegato, causano danni neuronali che possono portare a convulsioni (attacchi) e abbassamento della glicemia».

L’Agenzia, inoltre, ribadisce che mentre sono in corso ulteriori analisi dei dati disponibili, la clorochina e l’idrossiclorochina dovrebbero essere utilizzate solo negli studi clinici su pazienti ospedalizzati sotto stretto controllo. «I pazienti cui è stata prescritta la clorochina o l’idrossiclorochina per indicazioni autorizzate (malaria e alcune malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il lupus) devono continuare ad assumere i loro medicinali come consigliato dal proprio medico. I pazienti che hanno qualsiasi domanda sul loro trattamento devono parlare con il proprio medico o farmacista».