Il 63% degli italiani vede con favore la possibilità che la farmacia divenga un polo vaccinale, dove trovare non soltanto la vaccinazione anti-covid e antinfluenzale, ma anche le altre. E’ quanto rivela l’indagine condotta da Doxapharma per Cosmofarma su un campione di clienti della farmacia: comodità, utilità risparmio di tempo sono i benefici indicati da chi è favorevole alla somministrazione in farmacia, un intervistato su due poi dichiara che la possibilità di vaccinarsi in farmacia accrescerebbe la sua propensione alla profilassi.
In particolare, rapidità (31%), comodità (23%) e vicinanza (19%) sono i principali vantaggi che offre la farmacia, l’assenza di un medico in caso di reazioni avverse (14%), il personale poco preparato (6%) e l’ambiente piccolo (4%) sono invece i fattori più temuti. In ogni caso, solo un intervistato su dieci non è convinto dalla vaccinazione in farmacia.
I costi, peraltro, hanno la loro rilevanza: più di un cliente su due sceglierebbe la somministrazione di un vaccino in farmacia soltanto se gratuita. Chi invece è disposto a spendere, indica in 20 euro il prezzo massimo accettabile.
Per quanto concerne la conoscenza dei vaccini, infine, l’anti-Covid è quello più conosciuto (98%) e quello più effettuato (92%) per effetto della pandemia. Molto meno noti, invece, anti-pneumococcico e anti-difterite, anche se chi conosce la patologia è anche al corrente della profilassi. Il vaccino contro l’herpes zoster risulta in assoluto il meno conosciuto.