Aprire ai medici di famiglia la prescrizione di medicinali a oggi di esclusiva pertinenza degli specialisti «permetterebbe un accesso più appropriato e tempestivo alle terapie per i pazienti cronici». E’ quanto scrive il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in una lettera inviata all’inizio del mese al direttore generale dell’Aifa, Mario Melazzini, e segnalata ieri dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo). Scritto dopo la prima riunione del Tavolo sulla cronicità, il testo definisce «strategico» il coinvolgimento della medicina generale, «in modo da affrontare le cronicità direttamente sul territorio». Autorizzare i medici delle cure primarie a prescrivere ai pazienti i farmaci innovativi «che abbiano dimostrato un profilo di efficacia e sicurezza adeguato» raccomanda in particolare il Ministro «permetterebbe un accesso più appropriato e tempestivo alle terapie» da parte dei pazienti cronici, «spesso fragili dal punto di vista socio-sanitario». Per tali considerazioni, conclude la lettera, «chiedo di valutare la possibilità di individuare alcune patologie croniche diffuse i cui trattamenti siano oggi prescrivibili esclusivamente dai medici specialisti, e di estendere tale facoltà anche ai medici di medicina generale».
L’intervento del ministro Lorenzin è stato accolto ieri con grande soddisfazione dal presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che una settimana fa aveva lanciato un appello perché si eliminassero le barriere che oggi impediscono ai mmg la prescrizione dei farmaci innovativi. «Apprezziamo l’iniziativa» ha detto in particolare Anelli «che viene incontro alle necessità dei pazienti cronici, il cui bisogno è quello di essere curati sul territorio nella miglior maniera possibile». Se le indicazioni di Lorenzin verranno attuate, conclude il presidente della Fnomceo, a guadagnarne sarebbe l’intero Ssn, «in termini di maggior economicità, efficienza e aderenza terapeutica».
In occasione di quell’appello, Anelli aveva anche auspicato – in un’intervista a FPress – che gli innovativi concessi alla “penna” del medico di famiglia potessero essere dispensati dalle farmacie del territorio, sempre per agevolare l’accesso alle terapie da parte dei malati cronici.