I più rappresentati sono gli infermieri, con oltre 450mila iscritti. Poi i medici con 435mila, i tecnici delle professioni sanitarie 250mila, gli psicologi 110mila, i farmacisti 97mila, i biologi 50mila e via a scendere. In tutto fanno circa 1,5 milioni di professionisti, che rappresentati una trentina di ordini si ritrovano oggi a Roma per partecipare alla prima assemblea nazionale delle professioni socio-sanitarie. Obiettivo, concordare una strategia di azione per assicurare universalità e uguaglianza al Servizio sanitario nazionale, strategia che verrà poi presenta a Governo e Regioni per avviare un confronto a tutto campo sulle politiche per Sanità e Welfare.
«Siamo i professionisti dell’assistenza» – spiegano gli Ordini in una nota «siamo i portatori di un bagaglio enorme di competenze, che possono e devono essere spese anche sul versante organizzativo e di una rinnovata governance che garantisca la sostenibilità del Ssn. Ma oggi tutto avviene senza interpellare chi, ogni giorno, produce la salute e vive la sanità. Questo non è giusto nei confronti dei professionisti e lo è ancor meno nei confronti dei cittadini. E non dovrà più essere così. Ora vogliamo fare rete, per mettere le nostre competenze a disposizione di tutti e per trovare, insieme, soluzioni alle diseguaglianze che affliggono il nostro Servizio sanitario Nazionale non solo tra una Regione e l’altra ma anche tra aree differenti all’interno delle stesse Regioni».
Dall’assemblea, così, scaturirà un manifesto condiviso che passerà in rassegna i temi caldi della sanità, dalla spesa al regionalismo differenziato, dalla mobilità ai rischi per la salute che generano i “vuoti” di personale e servizi. Per assicurare che tale manifesto parta da una fotografia della realtà corretta e dettagliata, le Federazioni hanno chiesto ai principali istituti di ricerca di elaborare analisi e studi che verranno consultati nel corso dei lavori di oggi. E il manifesto che ne risulterà verrà dibattuto durante l’assemblea con i rappresentanti di Governo e Regioni, invitati a intervenire per promuovere un confronto «costruttivo e propositivo». La sanità si evolve, è la riflessione degli ordini delle professioni socio-sanitari, «e lo deve fare per tutti i cittadini in modo assolutamente universalistico e uguale per tutti. E non lo farà mai più senza di noi».