«Questo episodio rappresenta l’ennesima conferma del ruolo che farmacisti e farmacie rivestono per la collettività. Un ruolo di primo riferimento sul territorio, che va al di là degli aspetti più strettamente sanitari e investe la vita delle comunità nel suo complesso». Sono le parole con cui la Fofi commenta il caso della 17enne che, a Oristano, è entrata in una farmacia e ha chiesto aiuto con la frase in codice «vorrei una mascherina 1522». Il numero è quello del Centro di ascolto contro le violenze istituito dalla Presidenza del consiglio e questo è bastato perché la farmacista al banco capisse e chiamasse la polizia.
La vicenda (di cui ha dato ieri notizia FPress) risale ad alcuni mesi fa, ma soltanto l’altro ieri è arrivata sulle pagine della stampa sarda e poi su quelle dei grandi quotidiani nazionali. «Il coinvolgimento della professione nel contrasto della violenza sulle donne» ricorda ancora Fofi «ha avuto un forte impulso durante la fase più dura della pandemia, quando nel maggio 2020 venne siglato un protocollo tra Dipartimento delle pari opportunità, Fofi , Federfarma e Assofarm, per la promozione dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza e stalking».
Da allora, prosegue il comunicato, «si sono moltiplicate iniziative, come la diffusione di materiale informativo e di indicazioni anche attraverso gli scontrini che – lo dimostra la cronaca – si sono rivelate efficaci. La Federazione degli ordini è orgogliosa di quanto fatto dalla collega sarda e da tutti i farmacisti che hanno preso a cuore questa battaglia di civiltà contro comportamenti tanto odiosi».