Potrebbe saltare sul treno del ddl semplificazioni l’emendamento sostenuto dall’Ordine dei farmacisti di Roma che mira a riformare le norme sugli orari di apertura delle farmacie. Lo ha detto il presidente dell’Albo capitolino, Emilio Croce (foto), a margine del suo intervento alla convention della cooperativa laziale Farla: l’iter parlamentare dei due ddl presentati quest’estate da Lega e M5S per contingentare le aperture festive nel commercio procede con crescente lentezza (nei giorni scorsi la commissione Attività produttive della Camera ha condotto un nuovo tour di audizioni) ed ecco allora l’idea di cercare un’altra “diligenza”, come si dice in gergo parlamentare.
«Inutile puntare sulla Manovra» spiega Croce a FPress «perché non passerebbe per incompatibilità di materia. Miriamo allora al ddl semplificazioni (attualmente all’esame delle commissioni di Montecitorio in prima lettura, ndr), che sembra procedere con passo più spedito e ha più coerenza con il nostro provvedimento». Il piano, così, è quello di raccogliere un gruppo di deputati Lega-5 Stelle che sostengano e firmino l’emendamento messo a punto dall’Ordine. Il cui obiettivo non è quello di abolire la liberalizzazione degli orari delle farmacie impartita nel 2012 dal governo Monti, ma ripristinare alcuni paletti che tutelino le farmacie di turno. «In sostanza» riassume Croce «chi vuole aprire oltre l’orario minimo potrà continuare a farlo, ma dovrà prima ottenere l’autorizzazione dell’Asl. E se rimarrà aperto oltre le 20, dovrà farsi l’interno turno di notte. In altre parole, non sarà più possibile chiudere alle 21 o alle 22 per accaparrarsi la clientela serale e lasciare alle farmacie di turno l’onere di rimanere in servizio fino alle 8 del giorno successivo».