Medici e i pediatri di famiglia, medici della continuità assistenziale, volontari dell’emergenza/urgenza, dipendenti delle aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario, dipendenti delle ditte che hanno servizi appaltati in Sanità. Ma non i farmacisti del territorio. A circa un mese dall’avvio (annunciato) della campagna nazionale per la vaccinazione contro covid, comincia a farsi più nitida la composizione di quella platea di 1,4 milioni di operatori della sanità che verrà vaccinata nella prima fase. A chiarire provvedono i preparativi avviati in questi giorni dalle Regioni in vista del via di metà/fine gennaio: la Toscana, per esempio, ha messo online un portale dove gli operatori ammessi alla prima vaccinazione possono segnalare la propria adesione: la chiamata, è scritto a chiare lettere nell’homepage, è riservata al personale dipendente delle aa.ss. e altri enti del Servizio sanitario regionale, al personale socio-sanitario delle Rsa e agli ospiti, al personale dipendente dell’ospedalità privata operante in Regione Toscana, ai medici e pediatri di famiglia e ai medici della continuità assistenziale, ai volontari operanti nell’emergenza/urgenza, ai dipendenti delle ditte che hanno servizi appaltati in Sanità». I farmacisti ospedalieri, verosimilmente, rientrano tra il personale dipendente delle aziende sanitarie; dei farmacisti del territorio, invece, nessuna traccia, nonostante siano convenzionati come mmg, pediatri e medici della continuità assistenziale.
Anche la Regione Piemonte ha rivelato i dettagli del suo piano: nella fase1 il vaccino verrà somministrato in 28 ospedali a «93mila dipendenti delle aziende sanitari, 48mila ospiti delle Rsa e 34mila operatori di queste strutture». Anche in questo caso non c’è cenno dei farmacisti del territorio, però si può sempre sperare in un recupero: la vaccinazione contro covid non è obbligatoria (e infatti, da ieri le Regioni dovrebbero avere cominciato a raccogliere le adesioni degli operatori, come ha fatto la Toscana) quindi non è da escludere che rispetto alle dosi disponibili vengano fuori “avanzi” da destinare ad altre categorie al momento escluse. Anche se ieri, in una dichiarazione, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, il governatore della Liguria Giovanni Toti, ha ventilato la possibilità di imporre l’obbligo vaccinale: «Iio sono sempre per il libero arbitrio» ha osservato «ma nelle condizioni di grave necessità che sta affrontando l’Italia, non sarebbe uno scandalo parlarne».
Intanto ieri è anche partito il reclutamento di medici, infermieri e assistenti sanitari in vista della campagna vaccinale. L’avviso pubblico, emanato dal commissario Arcuri, promette 15mila contratti a tempo determinato, tremila dei quali riservati ai medici, per raccogliere il personale che dovrà servire nei 1.500 centri vaccinali individuati su tutto il territorio nazionale. L’avviso è rivolto a cittadini italiani, Ue ed extra Ue e potranno aderire i medici pensionati e i laureati, oltre agli infermieri e agli assistenti sanitari. I contratti avranno una durata massima di nove mesi, rinnovabili in caso di necessità.