La tutela della salute «giustifica restrizioni alla libertà di stabilimento e alla concorrenza» e dunque è legittima la normativa che ha consentito solo alle farmacie di effettuare test e tamponi. Lo ha ricordato la presidente della Corte costituzionale, Susanna Sciarra, nella Relazione annuale per il 2022 presentata l’altro ieri in una Riunione straordinaria della Consulta alla quale hanno assistito il Capo dello Stato e le principali cariche istituzionali. Nel suo intervento, che ha riassunto un anno di attività, la presidente ha ricordato che quello della salute è uno dei temi chiave di molte delle sentenze formulate dalla Corte nel 2022.
In cima ci sono ovviamente i numerosi interventi relativi a decreti e ordinanze emanate per affrontare l’emergenza pandemica. «Le misure adottate dal legislatore» ha detto la presidente Sciarra «hanno posto la Corte costituzionale di fronte a complesse decisioni, volte a sindacare il bilanciamento effettuato dal legislatore e ad accertare il rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione». In particolare, i provvedimenti restrittivi di carattere generale come la quarantena obbligatoria sono legittimi «perché devono essere ricondotti nell’alveo della disciplina costituzionale relativa alle limitazioni della libertà di circolazione (articolo 16 della Costituzione) e non alle restrizioni della libertà personale (articolo 13). Si tratta di misure giustificate dall’urgenza di proteggere la salute nell’interesse della collettività, nel rispetto dei criteri di proporzionalità e di adeguatezza, nelle circostanze del caso concreto».
Tra le questioni affrontate nel 2022, anche la legittimità della normativa che ha consentito solo alle farmacie, in quanto inserite nel Servizio sanitario nazionale, l’effettuazione di test e tamponi finalizzati a diagnosticare il contagio. Si tratta, come si ricorderà, della sentenza 171/2022 riguardante due disposizioni della Regione Marche, che avevano prima ammesso e poi escluso le parafarmacie da tali prestazioni. «Anche nell’ordinamento europeo» ha detto la presidente della Consulta «la tutela della salute giustifica, , restrizioni alla libertà di stabilimento e alla concorrenza».