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Sanitari no-vax, per Corte diritti dell’uomo legittime sospensioni dal lavoro

10 Settembre 2024

Non c’è stata violazione dei diritti umani per i sanitari no vax sospesi dal loro lavoro e spostati in ruoli amministrativi perché avevano rifiutato la vaccinazione contro covid-19. Lo ha detto la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) in una sentenza pubblicata nei giorni scorsi, che ha bocciato il ricorso presentato da 26 lavoratori del settore tra i quali sei italiani.

Per la Corte, in sintesi, le misure adottate sono da ritenere «proporzionate e giustificate» rispetto all’obiettivo legittimo, in quel determinato momento, di protezione della salute della popolazione in generale. Nel contesto pandemico, in altri termini, le misure miravano a mantenere adeguate condizioni di sicurezza rispetto a un grave rischio per la popolazione in generale. Inoltre le persone non vaccinate – evidenzia la sentenza- risultavano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia. In più, per la Corte europea, i ricorrenti non sono riusciti a dimostrare in che modo la loro dignità o il loro benessere emotivo siano stati influenzati dalle misure adottate dallo Stato di San Marino.

La sentenza, è il commento della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomeo) «ribadisce come l’interesse prioritario da parte di un legislatore, di uno Stato, di un governante debba essere quello della tutela della salute pubblica e quello di mettere in sicurezza i cittadini, anche quando decidono di non vaccinarsi, perché così sono anche i più esposti alle conseguenze dell’infezione». Le motivazioni della sentenza, osserva inoltre il presidente della Federazione, Filippo Anelli «si collocano anche nel solco della sentenza della Corte Costituzionale italiana che aveva giudicato le misure adottate dal Governo del nostro Paese non sproporzionate, quindi adeguate alla situazione pandemica che era in atto». La Cedu, infine, evidenzia «che gli Ordini professionali, in quanto enti pubblici dello Stato, hannno svolto fino in fondo il compito assegnato che era quello di tutelare la salute pubblica in un momento difficile come è stato quello della pandemia, svolgendo adeguatamente il loro ruolo».