Per i farmacisti del Ssn, farmacie ospedaliere e servizi farmaceutici territoriali possono essere tra i «punti nevralgici» della rete di monitoraggio che, sui nuovi vaccini anti-covid, dovrà raccogliere dati di efficacia e sicurezza dalla “real world evidence”. E’ il messaggio lanciato dalla Sifo nel primo giorno di lavori del suo 41° Congresso nazionale, in programma sino a sabato su piattaforma digitale. Le istituzioni sanitarie italiane e internazionali si stanno preparando all’arrivo dei vaccini, previsto entro i primi mesi del 2021» ha ricordato ieri Paolo Serra, componente del Consiglio direttivo della società scientifica «ma finora la comunità scientifica ha interpretato con cautela i dati disponibili».
Non a caso, nelle settimane scorse il board internazionale delle agenzie del farmaco (Icmra) e l’Ema avevano raccomandato che le sperimentazioni cliniche sui vaccini continuassero anche dopo la loro approvazione, in modo da «fornire informazioni aggiuntive e più precise sulla loro sicurezza ed efficacia a lungo termine». Per lo stesso motivo, è la linea della Sifo, quando questi farmaci cominceranno a essere somministrati sarà fondamentale assicurare la raccolta puntuale di ogni prova utile su efficacia e sicurezza.
«Le accelerate modalità di approvazione di questi medicinali» ha affermato Paolo Abrate, anch’egli componente del Consiglio direttivo della Sifo «rendono importante raccogliere in modo strutturato prove di sicurezza ed efficacia nella popolazione generale. La farmacia ospedaliera e i servizi farmaceutici territoriali possono essere coinvolti in tale attività, a completamento delle informazioni provenienti dagli studi clinici».
Il farmacista del Ssn, inoltre, si candida anche aun ruolo di primo piano nella raccolta delle segnalazioni di reazione avversa relative ai vaccini covid. «Le reti aziendali, regionali e nazionali di farmacovigilanza» ha ricordato il presidente della Sifo, Arturo Cavaliere (foto) «da sempre vedono nel farmacista dei servizi territoriali e ospedalieri essere individuato un referente della farmacovigilanza: solo l’impegno degli operatori sanitari e il costante presidio attivo di questa attività, infatti, potrà permettere un corretto tracciamento delle Adr e dare garanzia di vaccinazioni sicure. I risultati di questa attività dovranno essere diffusi in modo chiaro e puntuale, anche con l’obiettivo di arginare derive no-vax cui purtroppo abbiamo assistito nel recente passato».