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Vaccini, studio italiano: in un secolo evitati 4 milioni di malati

17 Febbraio 2018

In poco più di un secolo, dal 1900 al 2015, le vaccinazioni contro difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco hanno scongiurato in Italia decine di migliaia di morti e più di 4 milioni di malati. Lo calcola lo studio condotto dal dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità e pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista internazionale Vaccine. La ricerca, in sintesi, ha analizzato l’andamento dei tassi di morbosità e mortalità prima e dopo l’introduzione di ogni singolo vaccino. I calcoli sono stati effettuati utilizzando modelli statistico-matematici che hanno permesso di stimare i casi attesi in assenza di vaccinazione.

«Nel Paese si continua a discutere sul tema» spiega Patrizio Pezzotti, l’autore principale dello studio «ma forse si è perso di vista la memoria della diffusione e della gravità di queste malattie. La ricerca, condotta nell’ambito di un progetto finanziato dal ministero della Salute, punta proprio a fornire risultati fruibili sia dagli operatori sanitari sia dai cittadini, affinché chiunque possa valutare quali sono stati gli effetti delle vaccinazioni». Le stime, in particolare, dicono che sono state evitate oltre 70.000 morti, mentre tra i 4 milioni di infetti scongiurati il 35% riguarda bambini nei primi anni di vita. «I programmi di vaccinazione universale» conclude lo studio «rappresentano lo strumento di prevenzione più efficace contro le malattie infettive».