Prima l’inchiesta di Report e gli articoli di alcuni quotidiani sul presunto “business” che si nasconderebbe dietro alla farmacia dei servizi, poi l’attacco della Regione Toscana alla riclassificazione delle gliptine con un argomentato ricorso al Tar Lazio. Una doppia offensiva mediatica e giudiziaria (cui si potrebbe aggiungere il ricorso presentato di recente in Sicilia dai biologi contro la delibera sulla sperimentazione della farmacia dei servizi) che ha preso di mira i due “pilastri” sui quali Federfarma ha imperniato il suo progetto di consolidamento del canale farmacia. Impossibile restare in silenzio e così il sindacato ha risposto, anche se in sordina e rivolgendosi a un pubblico selezionato. Cioè quello della politica: nei giorni scorsi, infatti, la Federazione ha inviato a diversi parlamentari (il numero non è noto ma si tratterebbe di un cospicuo elenco di destinatari) una sorta di “memoria” nella quale si ribatte punto su punto alle accuse piovute sulla farmacia nell’ultimo mese.
Le controargomentazioni più numerose, in particolare, riguardano la nuova remunerazione proprio per il ricorso della Regione Toscana. Vediamole in modo schematico:
Le risposte di Federfarma a Report e Regione Toscana
Accusa | Replica |
La nuova remunerazione aumenta i margini delle farmacie sui farmaci più costosi. | No, la nuova remunerazione riduce i margini delle farmacie sui medicinali più costosi. Per esempio, su un farmaco con prezzo al pubblico di 100 euro la farmacia urbana realizza un margine di 7,95 euro netti iva, mentre con la precedente remunerazione avrebbe ricavato 23,34 euro. |
La nuova remunerazione delle farmacie comporta un aumento di spesa per le regioni. | No, la nuova remunerazione incrementa la spesa farmaceutica annua di 77 milioni di euro (quindi senza sfondamenti del tetto della convenzionata) e sostituisce lo stanziamento di 150 milioni della remunerazione aggiuntiva. |
Spostare la dispensazione di alcune tipologie di farmaci dagli ospedali alle farmacie convenzionate è un «regalo» all’industria farmaceutica? | No, lo sconto che l’industria ha negoziato per gli acquisti diretti sarà comunque versato alle Regioni come “cashback”: Aifa avrà il compito di monitorare e rendicontare le somme a favore delle Regioni. |
Spostare le gliptine dal Pht alla fascia A non allarga l’accessibilità perché questi farmaci erano già dispensati dalle farmacie. | Sbagliato, con la dpc gli assistiti sono costretti a recarsi due volte in farmacia e a volte ad attendere anche più di un giorno per ricevere il farmaco. |
Le prestazioni erogate dalle «farmacie
dei servizi» si svolgono in assenza di protocolli e controlli. |
No, Le farmacie convenzionate operano sulla base di una specifica disciplina di riferimento che regola termini, modalità e condizioni di servizio e sono soggette a controlli periodici delle Asl. Tutti i servizi eseguiti in farmacia sono svolti nel rigoroso rispetto delle norme igienico-sanitarie e di quelle che tutelano la riservatezza dei pazienti. |
Come si diceva, nel documento Federfarma s’impegna soprattutto a rispondere alle accuse che la Regione Toscana ha mosso nel suo ricorso alla manovra sulle gliptine. Per il sindacato, in particolare, alle origini delle obiezioni regionali c’è l’effetto perverso del cosiddetto payback: «Istituito molti anni fa per controllare la spesa ospedaliera» osserva la Federazione «questo strumento si è trasformato progressivamente in quella che le Regioni considerano una fonte di “entrata” per i loro bilanci, tanto che l’aumento del tetto di spesa sugli acquisti diretti deciso dall’ultima Finanziaria è per loro motivo di disappunto anziché di soddisfazione». È un punto sul quale anche FPress, in passato, aveva puntato il dito: gli avanzi sulla spesa convenzionata (che da anni chiude ben al di sotto del suo tetto) uniti al payback che impone alle industrie di restituire metà dello sfondamento sugli acquisti diretti consente a molte Regioni di annullare o ridurre al minimo il passivo sulla spesa farmaceutica complessiva anche quando gli acquisti diretti chiudono in rosso.
Il fatto che il documento sia stato inviato alle forze politiche (senza neanche un passaggio preventivo né una comunicazione alle rappresentanze territoriali di Federfarma) fa capire che l’intento del sindacato è quello di fare chiarezza sulla propria linea. Anche se, giusto dirlo, la dialettica a distanza aperta con la Regione Toscana si preannuncia già fin d’ora ostica, anche perché non tutte le argomentazioni portate da Federfarma suonano immediatamente convincenti. Per esempio, quando afferma che la nuova remunerazione comporterà un’extraspesa di 77 milioni di euro ma dall’altra parte azzera i 150 milioni della remunerazione aggiuntiva, Federfarma non tranquillizza le Regioni come forse crede: i 150 milioni, infatti, non rientravano nella dotazione della spesa farmaceutica da Fsn, quindi non erano a carico delle amministrazioni regionali, mentre lo sono i 77 milioni di spesa aggiuntiva stimati dal sindacato. Di conseguenza, ha ragione la Toscana quando scrive nel suo ricorso al Tar che la manovra sulle gliptine incrementerà la spesa convenzionata per il 2024. E attenzione anche laddove il documento dice che la determina sulle gliptine salva comunque gli sconti negoziati dalle industrie con le Regioni: come scrive ancora la Toscana (e come aveva già rivelato FPress a suo tempo), saranno recuperati soltanto gli sconti confidenziali, non quelli – molto più interessanti – che le Regioni ottengono negli acquisti diretti con le gare d’acquisto e che le aziende non hanno voluto confermare nel caso delle gliptine con il passaggio in convenzionata.
Resta poi da capire, e questa è una questione che interessa soprattutto il rapporto tra Federfarma e le farmacie associate, come sia possibile che una nuova remunerazione che assorbe 150 milioni e ne guadagna 77 possa dare alle farmacie tutti i vantaggi che Federfarma si affanna a sottolineare. Ma su questo tema ritorneremo prossimamente.