Nei primi due mesi di lockdown, marzo e aprile, le ricette rosse del Ssn sono crollate del 10% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma la spesa farmaceutica convenzionata non sembra averne risentito più di tanto perché nel bimestre è cresciuta di almeno un paio di punti. L’indicazione arriva dal report pubblicato ieri dall’Agenzia del farmaco, riguardante i primi quattro mesi del 2020: complessivamente, dicono le rilevazioni, la convenzionata si ferma poco sotto i 2,7 miliardi di euro, in crescita di quasi un punto percentuale sul primo quadrimestre del 2019 ma sotto di circa un altro punto sul proprio tetto di spesa (7,07% vs 7,96%); la spesa per acquisti diretti (ospedaliera più diretta-dpc) sfiora invece i 4 miliardi di euro e supera di oltre tre punti il proprio tetto (9,94% vs 6,69%), per uno sfondamento di quasi 1,3 miliardi.
Ma ad attirare l’attenzione sono soprattutto i dati relativi ai due mesi di lockdown: a marzo la spesa convenzionata netta cresce dell’8,4% (rispetto allo stesso mese del 2019) e le ricette Ssn dell’1,1%, ad aprile la spesa perde il 4,8% e le prescrizioni l’11,3% (a causa, come noto, del drastico calo delle visite negli studi medici).
Come sempre i valori medi celano forti differenze da regione a regione: Provincia autonoma di Trento e Lombardia mostrano gli incrementi maggiori, Marche e Piemonte fanno segnare le contrazioni più pesanti. Stessa variabilità anche nelle ricette: nel quadrimestre, come detto, si registra a livello nazionale un arretramento del 3,8% ma nelle Marche la contrazione arriva al 6,7% e nella Provincia di Bolzano si ferma al -1,4%. Il tetto di spesa della convenzionata, invece, viene rispettato da tutte le regioni tranne la Lombardia, che comunque sfonda di appena quattro decimi di punto.
La Lombardia, poi, passa dalla testa al fondo della classifica nella spesa per acquisti diretti, dove fa registrare lo scostamento più contenuto rispetto al tetto (7,78% vs 6,69%). Risultato, la spesa complessiva per farmaci sostenuta dalla Regione (convenzionata più acquisti diretti) ammonta al 15,98% della spesa sanitaria totale, a fronte di un tetto che vale il 14,85%. Fanno meglio soltanto quattro regioni, mentre Sardegna e Puglia sono quelle che mostrano l’incidenza più consistente (attorno al 20%).